20 aprile 2010

FISCO: GDF SCOPRE MAXI EVASIONE. SEQUESTRATO FONDO IMMOBILIARE DA 20 MLN

26-03-2010
FISCO: GDF SCOPRE MAXI EVASIONE. SEQUESTRATO FONDO IMMOBILIARE DA 20 MLN


(ASCA) - Roma, 26 mar - La costante attivita' di repressione degli illeciti fiscali condotta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Noia, ha consentito ancora una volta di conseguire significativi risultati, in termini di sottrazione alla disponibilita' degl'indagati, gia' nella fase delle indagini preliminari, di beni equivalenti per valore al profitto conseguito con la loro condotta criminale.

E infatti, utilizzando il meccanismo della confisca di beni equivalenti, per valore, al profitto conseguito con alcune tipologie di reato, introdotta con la legge finanziaria del 2008, Procura della Repubblica e Guardia di Finanza hanno gia' raggiunto importanti risultati, attraverso provvedimenti emessi dal G.I.P. di Noia, nel settore di sequestri di denaro contante, immobili, partecipazioni societarie ecc. Un particolare risalto va dato all'attivita' eseguita ieri, in cui Ufficiali di P.G. in servizio presso la Guardia di Finanza di Napoli, nell'ambito di indagini coordinate dall'Autorita' Giudiziaria di Noia, hanno dato esecuzione al sequestro preventivo, disposto dal giudice per le indagini preliminari, di quote di un fondo d'investimento immobiliare di proprieta' di Fedele Ragosta e Anna Maria Iovino, per un valore di 20,6 milioni di euro. Il fondo, in realta' dotato di risorse di ben maggiore entita', detiene quote per l'intera proprieta' di alberghi ed immobili di prestigio siti in Roma, nella Costiera Almalfitana ed a Taormina.

La misura cautelare reale, spiega una nota, fa seguito all'accertamento di una rilevante evasione all'IVA da partre di societa' del Gruppo Ragosta, operanti nel settore della produzione e commercializzazione di metalli ferrosi.

Le indagini hanno consentito di individuare un complesso sistema di frode ai danni dell'Erario, mediante il ricorso a crediti IVA inesistenti per 146 milioni di euro, sorti a fronte di operazioni commerciali fittizie pari a 730 milioni di euro.

Si e' dunque accertato in altre parole, che, utilizzando una societa' del gruppo esclusivamente a questo fine, gli amministratori del gruppo avevano costituito un imponente - come detto, quasi 150 milioni di euro - credito Iva sulla base di operazioni commerciali del tutto inesistenti ( per circa, come detto, 730 milioni di euro).

L'articolato disegno criminoso prevedeva poi la monetizzazione del credito IVA mediante la successiva compensazione con il debito d'imposta sorto in capo alle societa' effettivamente operative, tutte componenti del gruppo Ragosta. Queste dunque, risparmiavano gli esborsi per buona parte di quei 150 milioni che avrebbero dovuto versare all'erario per l'IVA sulla propria attivita'.scomputandoli dal credito cosi illecitamente procurato.

Il principio del 'tempus regit actum' ha imposto la riduzione del sequestro alla sola somma indicata (20 milioni di euro) rispetto a quella effettivamente lucrata dal gruppo, per complessi motivi di successione delle leggi penali nel tempo.

Gli ulteriori e piu' approfonditi accecamenti di polizia giudiziaria, condotti anche attraverso lo strumento delle indagini bancarie, hanno permesso di acclarare che il profitto dell'evasione e' stato successivamente immesso nelle societa' immobiliari di famiglia, per essere reinvestito nell'acquisto di lussuosi alberghi e immobili siti su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali dati in affitto ad Enti Pubblici.

res/sam/bra

(Asca)
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